Il governo resterà in carica fino alla formazione del nuovo Parlamento per svolgere affari correnti.
Il 25 settembre si andrà al voto per eleggere un nuovo Parlamento e dare inizio ad una nuova legislatura. Ma la fine anticipata di questa legislatura lascia in sospeso molti temi, tra cui questioni molto importanti. Il governo Draghi resterà in carica per svolgere gli affari correnti. Ma dato che questo non è esplicitamente normato dalla Costituzione, spetta al garante, ovvero il capo dello Stato, decidere di cosa si tratta.
Il presidente Mattarella, infatti, nel suo discorso ha chiarito che ci sono molte sfide sul tavolo e all’orizzonte per l’Italia e amareggiato ha elencato tutte le priorità da affrontare con estrema urgenza. Per questo il governo Draghi non toccherà temi politici ma proseguirà con l’azione di governo in atto.
Gli affari correnti di Draghi
A Camere sciolte si può procedere all’esame dei decreti legge, alla ratifica di trattati internazionali quando rivestano un carattere di atto dovuto in quanto la loro approvazione sia necessaria per adempiere tempestivamente ad obblighi internazionali come quelli derivanti da obblighi europei. Possono essere discussi anche i disegni di legge di assestamento e rendiconto.
Quanto ad altri progetti di legge, il loro esame è possibile soltanto nel caso in cui sussista il consenso unanime dei gruppi parlamentari in relazione alla loro urgenza e le relative discussioni siano ininfluenti sugli esiti della crisi ministeriale.
Per quanto riguarda il futuro del premier, Mario Draghi è intenzionato a mettersi di nuovo a lavoro per portare avanti le questioni aperte ma non ha intenzione di farsi trascinare nei giochi politici dei partiti. C’è chi invoca da tempo l’agenda Draghi e lo vorrebbe di nuovo a Palazzo Chigi come leader del proprio partito come hanno mostrato i sogni del Centro. Ma il premier dimissionario se ne guarda bene e non vuole farsi coinvolgere.